Consigli per le tesi di laurea
In Italia, la tesi di laurea, specie quella magistrale, è considerata con la stessa solennità di una dissertazione di dottorato o di un libro: colleghi e studenti stranieri si stupiscono dei festeggiamenti che seguono la discussione, degni di un premio letterario. È bene tenere a mente che una tesi, specie se non si tratta di un dottorato, non è una monografia: non bisogna esagerarne l’importanza e sentirsi in dovere di cercare di mostrarsi l’erede di Nietzsche, né pensare che una tesi non sia altro che una sintesi di alcuni testi letti durante il periodo di studi, tenuti assieme da un tema che vi sta a cuore o che vi ha colpito. Si tratta di un esercizio accademico di approfondimento. Il suo è obiettivo è essere una prova tangibile che, al termine del percorso di studi, la/lo studentessa ha acquisito una conoscenza di un corpus, di alcuni concetti e che è stato capace di usare un metodo.
Ciononostante, in un sistema universitario come quello italiano, basato quasi esclusivamente su esami orali, nel quale la memorizzazione sostituisce spesso la comprensione, il momento in cui si inizia ad abbozzare una tesi può generare un momento di crisi, che blocca la scrittura. Le difficoltà più comuni includono:
La scelta di un tema: spesso si opta per argomenti troppo vasti, troppo inflazionati oppure si tende a credere che una tesi debba essere necessariamente unica e innovativa.
L’uso del metodo: non ci si pone la questione di quale sia il più adatto, complice una formazione in cui non vengono date indicazioni concrete sul come e sul perché si studia.
L’organizzazione del lavoro: una volta individuato il tema, sovente non si sa come strutturarlo o come formulare un’ipotesi di ricerca.
Alcuni consigli
Riflettere sul tema
L’oggetto della ricerca deve avere una ragione di esistere, non può essere scelto soltanto perché suona affascinante e alla moda.
È utile verificare se esiste già una montagna di bibliografia sul tema: eviterei di scrivere la millesima variazione sullo stesso argomento.
Non vale la pena scervellarsi per essere originali a tutti i costi.
È sempre possibile modificare lievemente il tema sul quale si voleva scrivere, ma, per non perdere tempo, è meglio evitare di stravolgerlo.
Scegliere il relatore
Rivolgersi ad un relatore solo perché lo si conosce o questi sembra disponibile già può facilitare, ma rischia di non essere utile se questi conosce poco la materia.
È meglio che il relatore abbia alcune competenze e un metodo che conviene al candidato, piuttosto che avere la nomea di essere “esperto” dell’autore o l’argomento che si vuole trattare.
Nota bene. Il sottoscritto è uno storico della filosofia: se volete fare acrobazie concettuali tra Confucio, Derrida, e i riti Yanomani oppure utilizzare le categorie di un filosofo per leggere un fenomeno odierno, non potrò aiutarvi.
Delimitare il corpus e la letteratura critica
Non serve leggere tutto ciò che un autore ha scritto dalla nascita alla morte, né tutta la bibliografia su un determinato argomento, ma le scelte bibliografiche vanno motivate.
Evitate di mischiare concetti di autori che non hanno nulla a che fare tra loro, soltanto perché sembrano essere “d’accordo” o perché, a mille chilometri o cinque secoli di distanza sembrano essersi posti “la stessa questione.” Non è mai così.
Decidete quale sarà il metodo di analisi. A partire da una serie di testi, volete contestualizzarli, compararli con altri, tradurli, spiegarli e introdurli oppure, infine, utilizzare dei concetti in esso contenuti?
Preparare il progetto
Scrivete un riassunto del lavoro con titolo, tema, ipotesi e corpus che intendete studiare. Due o tre pagine bastano.
Pensate alla fattibilità della ricerca, immaginando qualche tappa e una struttura.
Riflettete ad un metodo adatto al vostro obiettivo. “Una lettura filosofica di X” non è un metodo, nonostante molti libri portino questo strano titolo.
Attenzione a determinati autori
Molti filosofi contemporanei, specie francesi, spesso affascino gli/le studenti/esse. Tuttavia, a causa del linguaggio utilizzato, il quale maschera complicati problemi, tendono a stregare e a creare dei fan club.
Moltiplicare le citazioni e ripetere i neologismi senza spiegarli non vi farà sembrare più intelligenti o profondi. Anzi.
Ricostituire il pensiero di un autore poco noto, studiare dei testi trascurati di un classico, piegarsi a discutere una tesi che non vi trova d’accordo, possono essere degli esercizi utili. Tenere sempre a mente che scrivere su un autore non deve essere un processo iniziatico: le sette filosofiche appartengono all’antichità.
Solo dopo questi passi si può discutere la scrittura della tesi con il relatore.
Una conversazione è proficua soltanto se c’è qualcosa di scritto su cui discutere: verba volant scripta manent.
Spesso una mail basta, non è necessario organizzare incontri a cadenza periodica.
Ricordate che il tempo, tanto il vostro quanto il mio, è prezioso.
Alcune norme
Lunghezza e formato della tesi
Triennale: 40-80 pagine circa (una pagina=2500 caratteri).
Magistrale: 100-180 pagine.
Privilegiate le note a piè di pagina.
Inutile cercare di allungare o restringere la minestra con trucchi tipografici o di contenuto.
Forme da evitare
Citazioni decorative di filosofi, romanzieri, canzonieri o poeti, lunghe digressioni, ridondanze e cliché (“la fucina di idee”, la “scatola degli attrezzi,” “la potenza del pensiero,” “il laboratorio concettuale,” etc.)
Giudizi di valore (“l’imponente libro di X”, “la profonda introduzione di Y,” “come ha giustamente detto Z”).
Anglicismi come “postare,” “supportare” e via dicendo.
Le maiuscole in termini di uso comune come Essere, Divenire, Storia, Soggetto e via dicendo. La lunga vicinanza disciplinare di filosofia e teologia ha spesso invitato gli autori ad adottare uno stile profetico, attenzione dunque ad utilizzare tali forme tipografiche, più adatte ad un foglio liturgico che ad un lavoro accademico. Se un termine del linguaggio comune è usato in maniera tecnica usate il corsivo o le “virgolette”. Ma, attenzione, anche queste vanno dosate.
Lunghi ringraziamenti. Limitatevi all’essenziale, non vi state accingendo a ritirare un premio letterario.
Tutte le licenze poetiche/artistiche che si vogliono “creative” o “anticonformiste,” tutti i neologismi, a meno che non siano dell'autore citato.
Sottolineati e grassetti (salvo nei titoli).
Uso del linguaggio
Le frasi corte e chiare sono meglio di periodi da venti righe con svariate subordinate in forma di matrioska.
Organizzate il testo in funzione degli argomenti, le parti devono concatenarsi secondo una logica, non essere semplice liste di temi trattati.
Riprendente e riassumete, alla fine di un capitolo o all’inizio del seguente, quanto avete studiato precedentemente, servirà tanto a voi quanto al lettore.
Rileggetevi, rileggetevi, rileggetevi (rileggetevi): il docente non è il vostro editor. Attenzione a grammatica, concordanze, tempi verbali e via dicendo. Se il testo è scritto male, predisporrà male chi vi legge.
Uso delle citazioni
Limitate ad ogni costo le citazioni lunghe (più di otto righe) e, in genere, evitate di citare smodatamente.
Parafrasate il più possibile, se avete capito un concetto, un problema o un argomento siete in grado di spiegarli con parole vostre.
Le citazioni dalla letteratura secondaria vanno usate con criterio. Evitate gli elenchi infiniti di “Secondo Tizio, Caio scrive che Sempronio sostiene che...” e il confronto tra tre o più interpretazioni del testo studiato.
Plagio e strumenti digitali
Sì, riconosco i copia-incolla
Sebbene possa essere utile per effettuare operazioni di routine come correggere le note, ChatGPT e DeepSeek non scriveranno la vostra tesi. Riconosco il loro zampino.
Un plagio mette di pessimo umore il relatore.
Valutazione finale
I voti vanno da 60 a 110 e lode, il massimo voto è riservato a lavori eccellenti.
Si ipotizza che se studiate filosofia, non lo state facendo per diventare ricchi. I massimi voti non vi garantiranno, ahimé, lo stipendio di un notaio.
Il voto non è tutto. Se volete semplicemente ottenere la sufficienza, evitate lo stress e smettete di preoccuparvi del voto finale.
Per dettagli su norme editoriali (note, bibliografia, ecc.), fate riferimento a
Alcunio consigli:
https://monoskop.org/images/2/2a/Eco_Umberto_Come_si_fa_una_tesi_di_laurea_2001.pdf